Fondi Ue, ordinari o straordinari mandano sempre l’Italia in “rosso”

 

di Pietro Romano

Il dibattito sull’architettura del Mes e sulla governance dei fondi straordinari europei ha innescato in Italia, tanto nel governo centrale di sinistra quanto nelle
amministrazioni regionali perlopiù di centrodestra, un dibattito che da caldo alle prime battute si è fatto incandescente. Addirittura, le frizioni all’interno dell’esecutivo e della maggioranza
potrebbero deflagrare in una crisi politica dalle conseguenze imprevedibili. In ogni caso ai futuri appuntamenti l’Italia si presenta lacerata e ulteriormente indebolita.

Nel dibattito nessuno mette in discussione, però, un dato di fatto: l’enorme quantità di risorse economiche pronte a essere rovesciate sull’Italia da Bruxelles. Ma
è davvero così? O nel nostro Paese si stanno facendo i classici conti senza l’oste?

La quantità di aiuti europei ha fin da luglio lasciato perplesso Hic et Nunc. E qualche tentativo di venire a capo della questione il rubrichista lo ha pure
tentato. Ogni volta, però, i numeri divergevano, e non di poco, da quelli dell’informazione mainstream e delle massime istituzioni pubbliche e private. Fin quando un esperto economico (e
di fondi europei), già al fianco di Romano Prodi all’epoca del secondo governo guidato dal Professore e consulente di regioni come la Toscana, ha pubblicato sull’Huffington Post un
contributo rimasto purtroppo senza eco ma molto interessante.

Per Andrea Del Monaco, in sostanza, “i conti sui sussidi (europei, ndr) danno saldo negativo per l’Italia”. Dalla relazione della Corte dei Conti sul Bilancio Ue
2012/2018 risulta che l’Italia abbia versato 112,85 miliardi in sette anni, ricevendone 76,49 in cambio, con un saldo negativo quindi di 36,3 miliardi vale a dire  5,2 miliardi l’anno.

Per il prossimo futuro, invece, fanno testo il Bilancio Ue 2021/2027 e il Next Generation Ue, detto anche Recovery Fund. Riguardo al primo, Del Monaco si rifà alla
Nota informativa alla Camera del presidente Giuseppe Conte, datata 22 luglio 2020, nella quale il premier ha previsto che in relazione al Bilancio Ue il saldo italiano, tra contributi versati e
fondi ricevuti, rimarrà negativo per non meno di 2,9 miliardi di euro all’anno per un “rosso” totale di 20,3 miliardi nel settennato. Quanto al Recovery Fund – che comprende prestiti per 127,6
miliardi e sussidi a titolo di fondo perduto per 63,8 miliardi – Del Monaco si chiede a quanto ammonterà il saldo. E per cercare di comprenderlo questa volta si rifà all’unica fonte ufficiale
disponibile, vale a dire alla simulazione attuata dalla Commissione Ue SWD (2020) 98 (Final), che si fonda sull’assunto che ogni Paese prenda la totalità dei contributi a fondo perduto e metà dei
prestiti. In questo modo, “l’Italia riceverebbe 153 miliardi e dovrebbe versare (alla cassa comune, ndr) 96,3 miliardi”. In questo caso il saldo italiano sarebbe positivo per 56,7 miliardi ma
solo grazie ai prestiti, che per quanto a tassi convenienti andranno restituiti.

Analizzando solo i contributi a fondo perduto, viceversa, sul fronte Next Generation Ue il nostro Paese totalizzerebbe un saldo negativo, per la precisione pari a
15,3 miliardi, risultati da 81 miliardi di fondo perduto contro 96,3 miliardi di versamento. Sommando questo saldo negativo di 15,3 miliardi (basato su una simulazione degli uffici di Bruxelles,
quindi attendibile) ai 20,3 miliardi di “rosso” sul Bilancio 2021/2027 il saldo negativo finale sarebbe di 35,6 miliardi. Per dirla con Del Monaco, “Il Next Generation Ue cambia tutto per non
cambiare nulla”. Tranne che nell’immaginario dell’italiano medio, imbottito di notizie fasulle, dalle quali deriva la convinzione che su di noi da Bruxelles precipiterà “una pioggia mai vista di
miliardi europei”.


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